L'attesa

L’Attesa

L’Attesa, secondo molti critici, rappresenta una delle creazioni più commoventi e comunicative di Inaco. È una scultura in legno datata 1947 di altezza 95 cm, appartenente alla collezione Biancalana. Il significato principale dell’opera è la speranza. La statua ritrae una famiglia che attende ansiosa l’arrivo del bastimento . L’atteggiamento dei cinque personaggi (il vecchio Navarca con la bambina che ne cinge le ginocchia, la sposa del marinaio con il figlio in braccio e la sorella del marinaio), benché statico nella postura e nella fissità degli sguardi che scrutano l’orizzonte, tuttavia dona la possibilità all’osservatore di rendersi partecipe della scena con grande emozione e commozione. Il dolore intimo e profondo è generato dall’ardente desiderio del ritorno. Ne L’Attesa i personaggi raffigurati sono immersi in un unico blocco compatto, in un abbraccio serrato, attraverso intensità espressiva e grande fisicità. Inaco aveva sempre desiderato una sua opera collocata vicino al mare, al quale si sentiva molto affezionato. Infatti, dopo vari tentativi e permessi, il Comune approvò la sistemazione di una copia in bronzo della statua, di dimensioni maggiori. Così Gionata Francesconi, tra i più noti carristi del carnevale di Viareggio, accettò il progetto e comunque apportò alcune modifiche personali al lavoro inizialmente compiuto in creta. Gionata ha recepito e assimilato le particolarità artistiche dello scultore viareggino tanto da restituire la valenza scenica. La scultura bronzea è situata sul Molo di Viareggio ed è posta sullo scoglio denominato lo “scoglio di Tito”, che in passato prima della distruzione della città da parte dei Tedeschi, costituiva da basamento ad un famoso ristorante di Viareggio. L’opera incarna la memoria delle più profonde radici del popolo viareggino e richiama senza dubbio anche il significato dell’affetto, della fratellanza e dell’amore reciproco. Si mostra come un’imponente struttura al cospetto della maestosità del mare. L’inaugurazione dell’opera avvenne il 6 luglio 2007. L’Attesa, molto cara alla città di Viareggio, testimonia con semplicità l’attaccamento dell’artista alla comunità viareggina.

La fusione dell’opera

Il monumento de L’Attesa è stato realizzato con la tecnica della fusione a cera persa. L’ingrandimento in creta dell’opera è stato curato da Gionata Francesconi partendo da un bozzetto originale in legno di Inaco Biancalana, per poi seguire varie fasi. Sul modello autentico è stato eseguito un negativo in gesso, dal quale sono state costruite varie copie in cera, successivamente ritoccate e ricoperte con materiale refrattario. Le forme ottenute sono state poste in una fornace ad alta temperatura fino a creare la fusione della cera; in seguito è stato colato il bronzo liquefatto che raffreddandosi ha assunto la forma della sagoma desiderata. Dopo tale fase Gionata ed i suoi collaboratori, hanno proceduto alla ripulitura del tutto e all’assemblaggio tramite la saldatura dei singoli pezzi dei personaggi rappresentanti l’opera. Alla fine si è passati alla patinatura, con la rispettiva colorazione della superficie mediante l’ossidazione naturale. Inoltre, la lavorazione è servita sia a rendere l’opera esteticamente più esaltante agli osservatori, sia ad una protezione contro gli elementi che determinano l’invecchiamento.

Fonte – Wikipedia – Inaco Biancalana